Covid-19, una parola che a tutt’oggi evoca scenari drammatici. Purtroppo non ne siamo ancora venuti fuori. Dopo i primi due mesi in completo lockdown, si era sperato che l’incubo fosse finalmente finito ma così non è stato. È bene quindi capire come funziona l’app immuni per avere uno strumento utile a proteggerci.
Ad oggi i contagi sono in aumento così come i decessi anche se molto meno rispetto agli inizi. Dopo una progressiva riapertura, ora si assiste a una graduale chiusura. Certo, probabilmente, non torneremo a un lockdown completo perchè l’economia italiana non lo sopporterebbe ma, forse qualche prudenza in più si dovrà prendere.
E’ in questo clima pandemico che a giugno è apparsa, fortemente voluta dal Ministero della Salute, la nuova app Immuni. Questa breve guida vi darà una idea di come funziona, perchè sarebbe auspicabile scaricarla.
Contenuti della guida
Immuni app: come è nata
Questa applicazione è figlia di una azienda di Milano che si occupa prevalentemente di applicazioni per Iphone, la Bending Spoons.
In parte ha fatto la sua fortuna con l’applicazione Live quiz, un gioco a quiz che permette di testare le tue conoscenze a 360 gradi e vincere premi.
L’ambiente in cui lavorano gli oltre 150 dipendenti dell’azienda è ispirato alla filosofie di imprese di tutto rispetto come Google o Facebook dove il lavoratore non si sente obbligato: orari flessibili per permettere ai dipendenti di andare al lavoro quando a loro fa più comodo, spazi di relax oltre che a piccoli bar dove fermarsi prima di tornare a casa.
La filosofia è che un ambiente quasi come quello di casa può rendere più produttivi e creativi i lavoratori a beneficio ultimo dell’azienda stessa.
La filosofia della Bending Spoon è anche quella di far decidere ai dipendenti alla fine di ogni anno di devolvere una cifra completamente a carico dell’azienda come donazione.
Quest’anno la donazione di oltre 1 milione di euro è andata completamente e con il consenso unanime di tutti alla Protezione Civile Italiana impegnata a fronteggiare l’emergenza Coronavirus in Italia.
Ma forte era il desiderio di fare qualcosa di più. Avendo competenze specifiche, le si voleva mettere a disposizione per gestire ed arginare l’epidemia.
Più o meno nello stesso periodo anche il Centro Medico Santagostino che offre servizi sanitari digitalizzati in Lombardia aveva iniziato a pensare cosa fare per aiutare.
Nacque una proficua collaborazione che portò all’elaborazione di una prima piattaforma molto articolata che sarebbe servita a tracciare l’andamento del contagio in Italia.
Ma fu solo dopo il bando rapido indetto dalla Ministra delle Innovazioni, Pisano, che la Bending Spoon, la vincitrice del bando e a titolo completamente gratuito, iniziò a lavorare a una piattaforma che potesse dare il tracciamento del contagio.
In Corea del Sud si erano già avviate delle esperienze simili che però avevano portato ad alcuni problemi legati alla privacy. Questi problemi dovevano essere completamente arginati e risolti.
L’intervento di Google e Apple
La possibilità di arginare qualunque problema di sicurezza legato alla privacy, si risolse quando le due aziende rivali, Google e Apple, annunciarono che avrebbero modificato le versioni dei software più recenti, permettendo che i dati sensibili potessero rimanere sempre e soltanto nella memoria degli smartphone e non, invece, essere condivisi on line per evitare tutti i rischi che un dato su internet può comportare.
La cooperazione tra Apple e Google superò problemi che sembravano insormontabili: come il funzionamento dell’applicazione anche a schermo bloccato e una resa più o meno invariata della batteria.
Bending Spoon dovette confrontarsi con i tecnici del governo per comprendere bene i principi di tutela della privacy. Per la gestione della piattaforma, dei dati e ogni cosa a loro collegati, si sono scelte delle società pubbliche italiane per permettere al governo di mantenere il controllo dei dati interno allo Stato.
Come funziona l’app Immuni
L’applicazione Immuni si basa essenzialmente su il sistema bluetooth e sullo scambio di codici generati dal sistema che nemmeno gli utenti sanno. Lo scambio avviene tra gli smartphone su cui è scaricata l’applicazione senza che nessuno se ne accorga. Ma vediamo nel dettaglio il suo funzionamento.
Come scaricare l’app immuni
La prima cosa che occorre fare è assicurarsi che il proprio smartphone o iphone sia aggiornato alle ultime versioni:
- per iphone occorre il sistema operativo IOS 13.5
- per Android occorre almeno la versione 6 del sistema operativo e la versione di Google Play Service 20.18.13
Se non si hanno queste versioni non sarà possibile scaricare l’applicazione.
E già questo è un primo problema, in quanto molte persone anziane (le più attaccate dal virus almeno nella sua manifestazione iniziale) non possiedono uno smartphone o, se lo possiedono, molto spesso non sono di ultima generazione e quindi hanno un sistema operativo vetusto.
Nel caso invece che tu sia tra i tanti che lo smartphone lo usano per ogni cosa, anche per telefonare, come fai a sapere quale versione è installata sul tuo dispositivo?
Se disponi di un iphone ti basterà andare in Impostazioni > Generali > Info > Versione Software. Se invece disponi di un smartphone con sistema Android allora dovrai cliccare su Impostazioni > Info Telefono.
Una volta eseguiti questi accertamenti, non dovrai fare altro che andare sullo store del tuo telefono (Apple Store per iphone, Google Play Store per Android) digitare nella lente di ingrandimento la parola “Immuni Italia” e la prima applicazione che appare sul display sarà la piattaforma giusta.
Clicca su Ottieni se sei in Apple Store o su Installa se stai usando Play Store.
Una volta scaricata l’applicazione potrai procedere ad aprirla.
Ti verranno mostrate una serie di pagine di spiegazioni che dovrai semplicemente far avanzare scorrendo l’indice da destra verso sinistra.
Ti verrà chiesto, verso la fine delle pagine di spiegazioni, di dichiarare di avere più di 14 anni e di aver letto l’informativa sulla privacy, in realtà basterà che metti la spunta nelle caselle vuote.
Regione di residenza
Altra informazione che ti chiedono per configurare Immuni è la regione di residenza, la provincia e infine di attivare le notifiche di esposizione Covid-19.
Questa funzione consente all’applicazione di registrare i codici (quindi le persone, o meglio, gli smartphone) con cui verrai in contatto da quel momento in poi.
Lo scopo è quello del tracciamento e di notificare se si è stati esposti. Ti verranno chieste conferme per l’abilitazione del servizio e basterà dare l’ok o confermare.
Quando vedrai servizio attivo nella schermata iniziale saprai che la tua applicazione è funzionante e attiva.
Il funzionamento dell’applicazione
La cosa bella di questa applicazione è che nella pagina iniziale puoi vedere subito se il servizio è attivo, avere informazioni su come funziona la piattaforma, cosa puoi fare per proteggerti e, in ultimo, puoi disattivare il servizio qualora non lo necessiti più.
Andiamo alla prima sezione: se dovessi leggere invece che servizio attivo, servizio non attivo, la piattaforma ti fornirà semplici istruzioni per ripristinare il corretto funzionamento.
Se entri in contatto con una persona che in seguito risulta positiva al virus, Immuni ti invierà una notifica per avvertirti del rischio contagio. Ti verranno date anche indicazioni chiari su come comportarti.
La seconda sezione invece spiega come funziona Immuni: questa piattaforma genera un codice in modo casuale e non contenente informazioni sul tuo dispositivo e nemmeno su di te e lo associa al tuo telefono.
Il codice e Blootooth
Il codice cambia ogni ora diverse volte per la tutela della privacy.
I telefoni che si incontrano (perchè magari due persone stanno aspettando l’autobus alla stessa banchina) si scambiano i rispettivi codici casuali tramite segnale Bluetooth Low Energy.
Questi dati rimangono all’interno della memoria del telefono e non vengono forniti a nessuno.
L’applicazione riesce a calcolare anche la distanza a cui si tiene il dispositivo e quindi tra le due persone e il tempo di esposizione in modo da comprendere se c’è stato la possibilità di contagio.
Immuni non memorizza mai la posizione geografica, non conosce la tua identità.
Chi risulta positivo può caricare su un server i codici casuali che i loro dispositivi hanno trasmesso nei giorni precedenti in modo da renderli disponibili ad altri utenti.
Questa procedura viene eseguita con l’assistenza dell’operatore sanitario che ha comunicato l’esito positivo del tampone.
L’operatore deve conoscere alcuni dati come: un codice che genera l’applicazione (nella sezione “Caricamento dati”), la provincia in cui vive e indicativamente il giorno in cui la persona ha iniziato a sentirsi male. La persona dovrà poi cliccare sul tasto verifica sulla sua applicazione Immuni per dare il consenso al trasferimento dei codici generati nei giorni precedenti.
Ogni telefono verifica se hai incontrato in precedenza uno o più dei codici condivisi.
In questo modo può determinare se sei venuto in contatto con una persona contagiata e se sei stato a rischio di contagio.
Se ricevi una notifica di avviso è perchè secondo il sistema sei stato a contatto con qualcuno che è risultato positivo e Immuni non solo ti avverte ma ti dice anche quello che devi fare per tutelare te e gli altri che ti stanno attorno.
Cosa puoi fare per proteggerti
In ultimo, nella sezione Cosa puoi fare per proteggerti, vengono ricordate le misure preventive date dal governo in materia Covid-19: distanziamento, uso di mascherine, lavarsi spesso le mani, tossire o starnutire su un fazzoletto o nell’incavo del gomito, etc..
L’app Immuni funziona?
E’ sicuramente un’applicazione interessante ma i dubbi al riguardo sono tanti.
In primo luogo, come si diceva in precedenza, molto dipenderà da quanti la scaricheranno e da quanti si porteranno il telefono con sé ovunque vadano.
Molto dipenderà anche, non solo dalla volontà del singolo di scaricare l’applicazione, ma anche dalla versione di sistema operativo utilizzata dal dispositivo.
Inoltre c’è anche da fare un’altra precisazione: io potrei avere il telefono con me, andare a trovare un’amico, lasciare il telefono in una stanza mentre io sono in un’altra. In questo caso, se uno di noi due risultasse positivo, il monitoraggio di Immuni, visto la distanza tra i due dispositivi, darebbe comunque l’avviso? Sono molte le incertezze a cui si deve rispondere.
Se comunque aiuterà a salvare anche solo una vita, avrà fatto il suo dovere!